17 gennaio 2012

Fiume / River

Maturi in bianche contrade
su palafitte d’intonsa roccia,
caschi per rialzar chi è in basso,
centrato il piano scorri
e hai un letto tanto paion
certi i sogni che in groppa
vai portando.
Nel tuo andazzo quotidiano,
lontani il culmine sinistro
il giorno senza eguale,
procedi d’altri sensi sgravato.
Ti sono carico tronchi
carcasse nate vive su questa terra
corpi più non aventi presa,
che indietro tornar non potranno.
Ogni cosa con te nuota
procede
avanza per crespi luccichii.
L’inverso moto
è  improprio al tuo cammino.
Laccio snodato
dal canto bisbiglio di serpe
color lontano
che va.
Il mare è dentro
e lontano.
Nel mare te stesso sbattezzi.
Bianca contrada
ritorni.

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