21 dicembre 2011

Mare / Sea

Sei mondo 
il ricordarlo stride.
Il fiume a lungo pellegrina
alfine s’allaccia a te slegato.
Desti al sole i monti;
nel fondo sei la notte delle notti.
Dal pulviscolo animale al capidoglio,
dal nero primordiale ai colori ultimi
forti più d’ogni fantasia,
hai tutto e sei uno,
cangiante impero
che bagni nell’aurora l’orizzonte
e a notte par che avanzi
su strascico lunare.
Fissarti è lasciare questo porto:
gesso le membra partono lontane
affoga l’udito nel tuo suono levigato
lo sguardo nulla palpa attorno.
Son con me ora il respiro
la pace di chi avanti
ha misura umana
men che di lombrico.
Un naufrago in lontananza!
Il pensier mio
in urlo già
d’ormeggio.


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