Neghi luce per la quale, non nera,
ma di un velo incolore, caldo minore,
sei al mondo fin dall’era del sole.
Segnata a star dietro alle cose,
a spingerle fuori come fossero vere,
allungare scorciare per indotta ragione,
tu, ombra, devi,
altra non v’è soluzione.
Su obliqua calata paterna,
testa dall’oggetto netta separi;
suprema salita, nell’oggetto rinserri:
canti nel mezzogiorno scandito canto beato
di luce su luce.
Nel mare deserto, ombra,
non sei appesa che al vento,
ma a notte,
tra tremori del piatto,
luna butta tronco d’argento:
su scia diamantata
passi
e par che rovesci, allora,
lo scuro nel chiaro.
L'ombra è antica come la luce ma molto meno considerata. Eppure è sacra quanto il suo opposto. Un'immagine mi è piaciuta davvero moltissimo: l'ombra appesa al vento. In immagini come questa sta il senso della poesia.
RispondiEliminaUn saluto
D
Caro Daniel, mi sembra ormai evidente una corrispondenza di senso e significato. Me lo confermano anche le tue opere. A prestissimo da te. Una stretta di mano.
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