29 novembre 2011
22 novembre 2011
Cipresso / Cypress
Se quercia del vasto abbraccio
di faville merlettate sei regina,
candelabro dai mille bracci rampicanti;
cipresso del nero vertical distacco
volto a trapassar aerei strati
sei re, dardo stretto a sé per altro.
Marziale goccia sospesa sull’uscio dell’arrivo
un sospirare uno dal bagnar terra e discesa.
Monaco delle conifere.
Retto su gamba (cute elefantata).
Orante al limitar del vuoto
insieme a chiusura d’ornamento
e dolo; attorno richiami assenti,
sopramarino cimitero d’oro.
Quel verde bruno che ti staglia
mai decade: al suolo son da sempre
sconosciuti abbandoni che non spargi.
Massa vegetale rattieni all’asse verticale
che in due ti taglia: spazio dell’esterno
è quello interno, il tempo parimenti
mai scolora né accalora la tua veste sola.
Cipresso, albero come pochi puntato
e puntuto, dimmi, dove alzare
il basso sguardo a seguire l’immaginaria
direzione del tuo slancio?
Sul cielo di questo grigio,
di quell’azzurro?
Sopra,
più in alto ancora,
sin a rovesciamento?
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